venerdì 21 luglio 2017

MOSTRA "DONNE DI COLORE" TORRE DEI LAMBARDI MAGIONE

Alla Torre dei Lambardi sabato 22 luglio inaugurazione della mostra “Donne di colore”
L’arte internazionale al femminile in dialogo con la “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto
Una delle opere d'arte più famose del 900, realizzata dall’icona dell’Arte povera, prestata in via eccezionale per l’esposizione curata da Giorgio de Finis

MAGIONE – Si inaugura sabato 22 luglio, alle ore 17, nello spazio espositivo della Torre dei Lambardi, Magione, la mostra “Donne di colore” che vede la presenza di artiste donne di grande spessore internazionale. Tutte loro dialogheranno con una delle opere d'arte più famose del 900: la "Venere degli stracci" di Michelangelo Pistoletto, padre dell'arte povera e tra i più importanti artisti viventi del mondo.
La mostra, organizzata da Comune di Magione e Società operaia di mutuo soccorso (SOMS) di Magione, è curata da Giorgio de Finis, ideatore e curatore del MAAM Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz_città meticcia e della -1 art gallery della Casa dell'Architettura di Roma, Giorgio De Finis, con questa nuova mostra, porta negli spazi della Torre dei Lambardi di Magione 13 artiste coloratissime (di paesi e generazioni diverse)
«che hanno scelto – spiega – quella che numerosi studiosi hanno considerato una cifra storica della subalternità – il colore appunto – per farne lo strumento della propria battaglia artistica e culturale; tutte in dialogo con la celebre Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto, icona dell’Arte Povera, che, come un manifesto, vede separati, ma anche riuniti, il definito e il confuso, l’astratto e il concreto, la forma e l’informe, il bianco e il caleidoscopio del multicolor».
Alla giornata inaugurale interverranno il sindaco Giacomo Chiodini; il presidente del consiglio comunale con delega alla cultura, Vanni Ruggeri; il presidente della SOMS Gianmarco Alunni Proietti; il curatore Giorgio De Finis.


L'esposizione rimarrà aperta  fino al 24 settembre 2017

NOTE DI APPROFONDIMENTO

Giorgio De Finis
Antropologo, filmmaker, artista e curatore indipendente, autore di libri e contributi scientifici, collabora da sempre con le pagine culturali di quotidiani e periodici. Ha fondato e diretto Il Mondo 3. Rivista di teoria delle scienze umane e sociali. Ha svolto ricerca e attività didattica presso numerosi atenei italiani e stranieri e dal 1991 al 1997 ha condotto ricerche etnografiche tra i Batak di Palawan. Da oltre dieci anni si occupa del fenomeno urbano. Per la televisione, in qualità di regista e autore, ha realizzato oltre quattrocento tra documentari e servizi. Tra gli altri, le serie tv I grandi maestri dell'architettura, Metropolis, Videoarchitetture, Atelier (Sky) e L'Era Urbana, il programma di Radio 3 e Rai Educational evento speciale alla Biennale di Venezia.
Con il suo film documentario Diari dalla megalopoli. Mumbai, ha vinto il «Premio Zevi per la Comunicazione dell'architettura». In collaborazione con il collettivo d'arte Stalker/ON ha realizzato diversi film documentari; è autore, con Fabrizio Boni, dei film documentari C'era una volta… Savorengo Ker, la Casa di Tutti, e Space Metropoliz, progetto che ha ricevuto numerosi riconoscimenti. I suoi video e le sue fotografie sono state presentate alla IX alla X e alla XI Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, al Museo Nazionale della Cina di Pechino, alla Triennale di Milano, alla Biennale di Atene, alla Biennale di Rotterdam, alla Biennale di Buenos Aires, alla Esposizione Universale di Shanghai 2010 e nell'ambito di FotoGrafia Festival internazionale di Roma (edizioni 2008, 2009 e 2011).
È ideatore e curatore del MAAM Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz_città meticcia e della -1 art gallery della Casa dell'Architettura di Roma. La Biennale di Viterbo e l'Apai gli hanno conferito il Premio Internazionale 2014 per la Cultura Indipendente in Movimento. Per il lavoro svolto a Metropoliz ha ricevuto il Premio Internazionale Luisa Giorgetti 2015.
Collabora con la Fondazione Pistoletto in qualità di artista docente. Il commento del curatore alla mostra
Il pregiudizio che accomuna colore e femminile (come pure il decorativo, l’eccessivo, la seduzione visiva con il popolare e l’esotico) ha, nella nostra cultura, origini antiche. Platone, nella sua battaglia contro il mondo sensibile, condannava il colore, al pari della donna, falso, disonesto e ingannatore.
E Baudelaire accomunava donne, selvaggi e bambini, per via della
“loro ingenua aspirazione verso ciò che brilla, i piumaggi multicolori, le stoffe cangianti, la maestà superlativa delle forme artificiali, il loro disgusto per il reale”.
Anche Charles Blanc, nomen omen, identificava il colore con il femminile nell’arte:
“riconosciamo il potere del colore, e che il suo ruolo è di dirci che cosa agita il cuore, mentre il disegno ci mostra quello che passa nella mente”.
Il colore è accusato di confondere, disorientare, impedire alle idee di farsi chiare e distinte, sedurre, ammaliare, difficile da contenere resiste alla verbalizzazione.
“Le esaltazioni sensoriali del tubo dipinto meglio lasciarle ai tintori di vestiti!"
avrà a dire Le Corbusier, che dopo essersi inebriato dei cieli color indaco e verde smeraldo, degli smalti gialli e blu, dei mille fiori e delle belle donne d’Oriente, sull’Acropoli si converte definitivamente al monocromo e al bianco.

Il commento del curatore alla mostra

Il pregiudizio che accomuna colore e femminile (come pure il decorativo, l’eccessivo, la seduzione visiva con il popolare e l’esotico) ha, nella nostra cultura, origini antiche. Platone, nella sua battaglia contro il mondo sensibile, condannava il colore, al pari della donna, falso, disonesto e ingannatore.
E Baudelaire accomunava donne, selvaggi e bambini, per via della
“loro ingenua aspirazione verso ciò che brilla, i piumaggi multicolori, le stoffe cangianti, la maestà superlativa delle forme artificiali, il loro disgusto per il reale”.
Anche Charles Blanc, nomen omen, identificava il colore con il femminile nell’arte:
“riconosciamo il potere del colore, e che il suo ruolo è di dirci che cosa agita il cuore, mentre il disegno ci mostra quello che passa nella mente”.
Il colore è accusato di confondere, disorientare, impedire alle idee di farsi chiare e distinte, sedurre, ammaliare, difficile da contenere resiste alla verbalizzazione.
“Le esaltazioni sensoriali del tubo dipinto meglio lasciarle ai tintori di vestiti!"
avrà a dire Le Corbusier, che dopo essersi inebriato dei cieli color indaco e verde smeraldo, degli smalti gialli e blu, dei mille fiori e delle belle donne d’Oriente, sull’Acropoli si converte definitivamente al monocromo e al bianco.

La Venere degli stracci

Manifesto dell’Arte povera, l’installazione è costituita dall’accostamento provocatorio e apparentemente stridente fra la riproduzione della Venere con mela dell’artista neoclassico Bertel Thorvaldsen e un cumulo di abiti variopinti. La scultura, che evoca pose e proporzioni della Venere di Milo e la Venere Callipigia, è un esperimento di doppia imitazione e rappresenta l’inclusione del classico nell’epoca della riproducibilità tecnica: il calco industriale in gesso è un prodotto seriale come gli stracci che la dea sembra in procinto di attraversare, contaminando il suo canone con il caos rivoluzionario.

Michelangelo Pistoletto
Michelangelo Pistoletto nasce a Biella nel 1933. Inizia a esporre nel 1955 e nel 1960 tiene la sua prima personale alla Galleria Galatea di Torino. La sua prima produzione pittorica è caratterizzata da una ricerca sull’autoritratto. Nel biennio 1961-1962 approda alla realizzazione dei Quadri specchianti, che includono direttamente nell’opera la presenza dello spettatore, la dimensione reale del tempo e riaprono inoltre la prospettiva, rovesciando quella rinascimentale chiusa dalle avanguardie del XX secolo. Con questi lavori Pistoletto raggiunge in breve riconoscimento e successo internazionali, che lo portano a realizzare, già nel corso degli anni Sessanta, mostre personali in prestigiose gallerie e musei in Europa e negli Stati Uniti. I Quadri specchianti costituiranno la base della sua successiva produzione artistica e riflessione teorica.Tra il 1965 e il 1966 produce un insieme di lavori intitolati Oggetti in meno, considerati basilari per la nascita dell’Arte Povera, movimento artistico di cui Pistoletto è animatore e protagonista. A partire dal 1967 realizza, fuori dai tradizionali spazi espositivi, azioni che rappresentano le prime manifestazioni di quella “collaborazione creativa” che Pistoletto svilupperà nel corso dei decenni successivi, mettendo in relazione artisti provenienti da diverse discipline e settori sempre più ampi della società. Tra il 1975 e il 1976 realizza nella Galleria Stein di Torino un ciclo di dodici mostre consecutive, Le Stanze, il primo di una serie di complessi lavori articolati nell’arco di un anno, chiamati “continenti di tempo”, come Anno Bianco (1989) e Tartaruga Felice (1992).

Nel 1978 tiene una mostra nel corso della quale presenta due fondamentali direzioni della sua futura ricerca e produzione artistica: Divisione e moltiplicazione dello specchio e L’arte assume la religione. All’inizio degli anni Ottanta realizza una serie di sculture in poliuretano rigido, tradotte in marmo per la mostra personale del 1984 al Forte di Belvedere di Firenze. Dal 1985 al 1989 crea la serie di volumi “scuri” denominata Arte dello squallore. Nel corso degli anni Novanta, con Progetto Arte e con la creazione a Biella di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e dell’Università delle Idee, mette l’arte in relazione attiva con i diversi ambiti del tessuto sociale al fine di ispirare e produrre una trasformazione responsabile della società. Nel 2003 è insignito del Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia. Nel 2004 l'Università di Torino gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze Politiche. In tale occasione l'artista annuncia quella che costituisce la fase più recente del suo lavoro, denominata Terzo Paradiso. Nel 2007 riceve a Gerusalemme il Wolf Foundation Prize in Arts, “per la sua carriera costantemente creativa come artista, educatore e attivatore, la cui instancabile intelligenza ha dato origine a forme d'arte premonitrici che contribuiscono ad una nuova comprensione del mondo”.

Nel 2010 è autore del saggio Il Terzo Paradiso, pubblicato in italiano, inglese, francese e tedesco. Nel 2011 è Direttore Artistico di Evento 2011 – L'art pour une ré-évolution urbaine a Bordeaux. Nel 2012 si fa promotore del Rebirth-day, prima giornata universale della rinascita, festeggiata ogni anno il 21 dicembre con iniziative realizzate in diversi luoghi del mondo. Nel 2013 il Museo del Louvre di Parigi ospita la sua mostra personale Michelangelo Pistoletto, année un - le paradis sur terre. In questo stesso anno riceve a Tokyo il Praemium Imperiale per la pittura.
Nel 2014 il simbolo del Terzo Paradiso è stato installato nell'atrio della sede del Consiglio dell'Unione Europea a Bruxelles durante il semestre di presidenza italiana.
Nel maggio del 2015 la Universidad de las Artes de L'Avana gli conferisce la laurea honoris causa.
Nello stesso anno realizza un'opera di grandi dimensioni, intitolata Rebirth, collocata nel parco del Palazzo delle Nazioni di Ginevra sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.

martedì 18 luglio 2017

GOLETTA DEI LAGHI

Incontro di Goletta dei Laghi al Museo della pesca di San Feliciano

MAGIONE  – Mercoledì 19 luglio Goletta dei Laghi farà tappa a Magione, San Feliciano -Museo della Pesca, ore 9.30/11.30, per un tavolo di confronto con i sindaci dei comuni del Trasimeno, la Regione dell’Umbria, l’Autorità di Bacino del Tevere, Umbra Acque, l’Università di Perugia, la Cooperativa pescatori del Trasimeno, le associazioni di categoria, culturali e ricreative del territorio per parlare di pianificazione, depurazione, modalità e svolgimento di Goletta dei laghi.
Seguirà, alle 11.30, incontro con la stampa su monitoraggio delle acque e delle plastiche.

Per approfondire

venerdì 14 luglio 2017

MUSEO DELLA PESCA SAN FELICIANO

Al Museo della pesca laboratori sensoriali per scoprire le bellezze del lago
Più di ottocento le scuole provenienti dall’Umbria e da altre regioni d’Italia che hanno partecipato alle attività didattiche

Più di ottocento gli studenti, provenienti dall’Umbria e da altre regioni d’Italia, che lo scorso anno hanno visitato il Museo della pesca di San Feliciano, Magione, partecipando ai laboratori sensoriali proposti dai suoi operatori.

Un po' di storia
Il primo nucleo del museo vide la nascita in un capannone in cui i pescatori del posto iniziarono a ricomporre la propria storia. L’allestimento era minimale, il luogo non dei migliori, ma già, nella sua semplicità, l’idea aveva in sé tutte le potenzialità che avrebbe poi maturato negli anni. Anche quando tutto il materiale venne trasferito nell’attuale sede, ampliato e supportato da ricerche scientifiche realizzate grazie al supporto di studi e ricerche del progetto ALLI (Atlante linguistico dei laghi italiani), il museo non mutò il suo spirito iniziale: quello di essere un luogo esperienziale. Degli anni Novanta rimane la figura mitica del pescatore Dante che, lanciando il giacchio, prendeva nella rete intere scolaresche. Ragazzi e ragazze che, per la prima volta, vedevano uno dei lanci più antichi fatti dai pescatori del Trasimeno. 

Guarda il video con Dante Gasperi


Negli anni, anche grazie al lavoro degli operatori di Sistema Museo che gestiscono la struttura, i laboratori sono diventati il punto di forza per trasmettere conoscenze e far vivere con tutti i sensi quello che è l’ecosistema lacustre.

«Questo è un museo particolare che si presta all’esperienza sensoriale del visitatore – spiega Federica Volpi, responsabile della didattica del Museo della pesca –. Questa sua caratteristica è stata da noi studiata e valorizzata». «Tutto è nato alcuni anni fa con la Lega del filo d’oro – ricorda Federica – che ci chiese di fare una visita guidata per ragazzi non vedenti e ipovedenti. Ci concentrammo proprio sulle sensazioni che i materiali possono dare al tatto, all’udito, all’olfatto. In quell’occasione furono realizzati anche dei cartoncini bucherellati che riproducevano le forme dei pesci più noti presenti nel lago. Quel progetto ci ha fatto capire che l’esperienza sensoriale è importante per tutti, portando alla nascita del laboratorio “Il lago in tutti i sensi” che noi organizziamo sia per le scuole dell’infanzia che del ciclo della primaria. Il laboratorio, molto apprezzato dalle scolaresche, è tutto incentrato sull’esperienza tattica, uditiva e olfattiva».
Intervista a Federica Volpi

LAVORI VIABILITÀ PROVINCIA PERUGIA

I lavori della Provincia di Perugia sulle strade del comune di Magione

Il settore viabilità della Provincia di Perugia – la cui articolazione territoriale Trasimeno Perugia ha di recente trovato sede negli spazi del Comune – ha realizzato alcune bitumature nelle seguenti zone: SP316 tra Torricella e Monte del Lago (200 metri circa); SP315 innesto per Montebuono dalla SR599 per Chiusi (200 metri) ed altri 200 metri al chilometro 6; SP143 salita di Caserino (100 metri). Obiettivi condivisi con la stessa amministrazione comunale di Magione.

Per il futuro, oltre all'attenzione per le due strade regionali che attraversano il territorio (SR599 ed SR75bis) – di concerto con la consigliera provinciale delegata alla viabilità Erica Borghesi e ai tecnici dell'ente – gli interventi saranno concentrati sulla provinciale litoranea Torricella-San Savino (SP316) e quella che attraversa Agello (SP317).

Nelle prossime settimane saranno realizzati brevi tratti di bitumatura su: SP316, centro abitato di San Feliciano; SR599 tornanti tra Dirindello e Montebuono; SP319 strada per Montemelino.

giovedì 13 luglio 2017

SCUOLA ITC MAGIONE

Organici ridotti mettono a rischio la futura terza dell’Istituto tecnico economico: studenti dovrebbero trasferirsi a Perugia
L'appello del sindaco: «Si evitino disagi, in diversi smetterebbero di studiare»

MAGIONE 12 luglio 2017 – Dovrebbero interrompere il ciclo di studi avviato due anni fa e trasferirsi in una nuova scuola a Perugia: è questo il rischio che si sta concretizzando per i 14 studenti della seconda superiore, futura terza, dell'Istituto tecnico economico di Magione.
L'ufficio scolastico regionale infatti, malgrado le pressioni – esercitate sia dalla dirigenza scolastica dell'omnicomprensivo di Magione che dalla stessa amministrazione comunale – non sembra recedere dalla decisione di togliere dall'organico i professori necessari all'insegnamento in una delle sei classi attualmente attive nel plesso. La ragione di tale scelta sembra trovarsi nelle generali riduzioni al corpo insegnanti che – malgrado il terremoto – toccherebbero anche diverse realtà dell'Umbria.

Il sindaco "Se trasferiti potrebbero rinunciare agli studi"
«Con questi tagli agli organici – spiega il sindaco Giacomo Chiodini – si stanno limando le classi con minor numero di alunni. A Magione però, in assenza di un'altra classe terza alternativa, tale decisione determinerà il trasferimento in altra scuola degli studenti. Un'ipotesi che rischia di creare disagi importanti per le famiglie e per gli alunni. Alcuni – continua il primo cittadino di Magione – potrebbero, per ragioni diverse, dover interrompere gli studi: una sconfitta per tutti noi, a partire da chi dirige la scuola pubblica».

L'appello del sindaco all'ufficio scolastico e alla Regione Umbria
«Chiediamo, assieme agli insegnanti, alla dirigenza della scuola e alle famiglie, di rivedere tale decisione – aggiunge Chiodini – e di valutare un compromesso meno doloroso, come ad esempio recuperare il monte ore di insegnamento accorpando altre classi doppie. È necessario tutelare una scuola cresciuta negli ultimi anni, sia in termini di qualità che di frequenze. Si tratta di un istituto che rappresenta un presidio dell'istruzione superiore al Trasimeno. Sullo sfondo inoltre rimane il disagio per gli alunni e per le loro famiglie a cui – conclude – vorremmo garantire un inizio di anno sereno e proficuo in tutti i suoi aspetti».

mercoledì 12 luglio 2017

CONGIURA AL CASTELLO MAGIONE



L'avvincente "Congiura al castello" 
torna dal 20 al 30 luglio con tante novità
Food experience con ArcheoFood,  viaggio polisensoriale nei costumi e nelle usanze dell’epoca e l'arte di Giorgio Lupattelli tra le iniziative in programma

Congiura al castello, spettacolo promosso dal Cral ‘Domenico Cancelloni’, a metà tra pièce teatrale e rievocazione storica, in programma a Magione nel Castello dei Cavalieri di Malta dal 20 al 23 e dal 27 al 30 luglio, sarà caratterizzato anche da una food experience, un viaggio polisensoriale nei costumi e nelle usanze dell’epoca, quelle culinarie in primis, e dall’esposizione delle opere in pittura digitale che l’artista magionese Giorgio Lupattelli ha realizzato ispirandosi anch’esso alla vicenda della congiura ordita nel 1502 contro il condottiero Cesare Borgia.
La Congiura venne organizzata proprio nel castello di Magione e sarà riproposta  a distanza di sei anni dall’ultima messa in scena, dalla Compagnia teatrale magionese e dal regista Giampiero Frondini.


Informazioni
L’evento, i cui biglietti sono già acquistabili online nel sito web www.congiura.it, prenderà il via ogni sera alle 19.30 e alle 20.30 e si aprirà con una cena gourmet a base di piatti dal sapore antico, rivisti in chiave moderna e ideati in collaborazione con ArcheoFood. Si proseguirà poi, alle 21.30 e alle 22.30, con lo spettacolo teatrale vero e proprio che cercherà di far immergere lo spettatore nel periodo rinascimentale, complici i suggestivi ambienti che lo ospiteranno.

Nel corso della serata sarà possibile ammirare la mostra ‘L’altra congiura’ contenente le opere artistiche di Giorgio Lupattelli.



Guarda le opere di Giorgio Lupatelli su: http://bit.ly/2tdxKM

Patrocini
‘Al Castello – Congiura/Food experience/Mostra’, questo il nome completo con cui è stata ribattezzata la manifestazione, si è anche arricchita di un nuovo patrocinio oltre a quelli già ottenuti da Regione Umbria, Comune di Magione, ProMagione, Università dei sapori e Pro.Bio. Il Comune di Fermo ha, infatti, concesso il suo sostegno all’evento visto che ai fatti prese parte, in qualità di congiurato poi assassinato dallo stesso Borgia, anche il condottiero Oliverotto Euffreducci, maggiormente noto come Oliverotto da Fermo, che ebbe i natali proprio nella città marchigiana.

Video Congiura al Castello






martedì 11 luglio 2017

CASTELLO CAVALIERI DI MALTA

Gusto e arte al castello dei cavalieri di Malta di Magione
Domenica 16 luglio in programma visite e degustazioni nell’antico maniero

MAGIONE – Il castello dei Cavalieri di Malta a Magione apre i battenti ad arte e gusto con una serie di iniziative che animeranno l’antico maniero tutta l’estate. Inizio domenica 16 luglio con un tour che comprende la visita alle bellezze architettoniche tra cui le imponenti arcate del chiostro (il castello risale al XII secolo); la chiesa con gli affreschi ella scuola del Pinturicchio e l’antica barricaia in cui si conservano i vini che l’azienda produce.
L’azienda propone anche diversi tour degustativi per i cui orari e offerte si può contattare il 348 2300768

GUARDA IL PROGRAMMA

ANTICA BARRICAIA del castello

LAVORI TORRE AGELLO

Torre campanaria di Agello, lavori in corso per una sala polivalente

MAGIONE  – In svolgimento in questi giorni i lavori di recupero degli spazi alla base della torre campanaria del castello di Agello.
Intervento realizzato grazie a un finanziamento europeo destinato alla riqualificazione del patrimonio rurale. Si prevede una nuova pavimentazione, nonché la realizzazione di impianti ed infissi per un pieno utilizzo del locale. La sistemazione della sala completa la serie di azioni di messa in sicurezza e riattivazione delle antiche campane del paese. Opera avviata qualche anno fa grazie ad un contributo derivante dall'ultima festa giubilare organizzata dalla comunità agellese e l'intervento del Comune.

L'amministrazione ha inoltre approvato, nell'ultimo consiglio comunale, una concessione di lavori pubblici finalizzata alla realizzazione della nuova sede Avis all'interno di un piccolo edificio in legno posto nell'area verde in prossimità del campo sportivo. L'area, predisposta a spese dell'Avis di Agello con un significativo contributo comunale, ospiterà in futuro una nuova fontana di acqua pubblica di Umbra Acque.

SAGRA SANT'ARCANGELO

35 anni di buona cucina con piatti tipici del lago nella Sagra del pesce sfilettato di Sant’Arcangelo
In programma laboratorio di mosaico, visite guidate al bosco della Marzolana e al centro ittiogenico


MAGIONE   – Laboratori di artigianato locale, visite guidate ai luoghi naturalistici del posto, presentazione di libri e mostre sono solo alcune delle iniziative che proloco di Sant’Arcangelo, Magione, ha organizzato in occasione della 35° edizione della Sagra del pesce sfilettato, in programma fino a domenica 16 luglio, in cui si può gustare tutta la tradizione dei piatti a base di pesce di lago cucinati dalle donne del posto. Un’occasione per festeggiare anche un importante traguardo: i vent’anni della costituzione della locale proloco.

«In questi anni – spiegano gli organizzatori dell’associazione presieduta da Fausto Cerquaglia – sono tante le cose che sono state attuate con la nostra collaborazione nella frazione. Tra i progetti più importanti la struttura polivalente in collaborazione con il comune di Magione e l’U.S. Sant’Arcangelo; il restauro del monumento ai caduti, la ristrutturazione della fontanella dei borghi Baldoni e Mafucci, l’illuminazione del campo sportivo». 

PROGRAMMA
Tante anche le iniziative portate avanti dal gruppo di lavoro per far conoscere il territorio e le sue risorse ambientali che propone domenica 9 luglio una passeggiata nel bellissimo bosco del monte Marzolana in collaborazione con la società cooperativa "La Marzolana”. La Pro Loco offrirà ai presenti la colazione "D'na volta" per riscoprire cibi e sapori semplici e genuini della tradizione contadina. La sera, ore 20, spettacolo realizzato dal laboratorio teatrale della Compagnia teatrale magionese “Tu chiamale se vuoi… emozioni” curato da Enrico del Meo, Benedetta Rocchi, Veruska Rossi.

Tra gli altri appuntamenti in programma mercoledì 12 luglio la presentazione del libro di Alvaro Masseini, sulla vita, storie, emozioni, cultura e saperi dei pescatori del Trasimeno. Un suggestivo percorso tra racconti autobiografici e autorevoli contributi dei maggiori conoscitori dell’affascinante ambiente lacustre.
Il 13 luglio, ore 18, visita guidata gratuita al Centro ittiogenico del Trasimeno. L’attività, che opera fin dal 1984 come impianto pilota a livelli europei, si occupa di riproduzione e allevamento delle specie ittiche d'acqua dolce e della valorizzazione dei prodotti ittici. Alle 20, con la collaborazione del Museo del vetro di Piegaro, sarà organizzato un laboratorio di mosaico.
Venerdì 14 luglio, ore 19, all'EnoLake presentazione del libro-fumetto "Ascanio della Corgna e il duello del secolo" di Luciano Festuccia e Luca Petrucci.

Tutte le sere è possibile visitare la mostra fotografica Sguardi intorno al Lago curata da Lamberto Sarchini i cui scatti documentano le meraviglie della natura intorno al Lago e l’esposizione curata dalla scuola dell'infanzia di Sant'Arcangelo sui diritti dei bambini.

martedì 4 luglio 2017

MOSTRA MUSEO DELLA PESCA

L’antica arte del ricamo a filet modano in mostra al Museo della Pesca di San Feliciano
Il filo utilizzato per realizzare le reti da pesca diventa arte. Inaugurazione sabato 8 luglio

MAGIONE 4 luglio 2017 – I lavori realizzati con una particolare tecnica di ricamo, il filet modano frutto della tradizione legata alla lavorazione delle reti da pesca, saranno esposti al Museo della pesca di San Feliciano, Magione, nella mostra “L’antica tradizione del ricamo sulle reti da pesca” che verrà inaugurata sabato 8 luglio, alle ore 18. Interverrà il presidente del consiglio comunale di Magione, con delega alla cultura, Vanni Ruggeri.
Saranno esposti sia pezzi antichi che recenti, strumenti di lavoro vecchi e nuovi, cenni sulla tecnica, video e quant'altro utile a far comprendere questa antichissima arte la cui storia si intreccia con l’antico mestiere della pesca. 

A differenza delle più documentate e musealizzate scuole del Trasimeno - Isola Maggiore, Panicale e Passignano - dove le varie nobildonne coinvolsero le giovani locali nell'intento di trovar loro una mansione, e la possibilità di un piccolo reddito, fondando delle vere e proprie scuole; a San Feliciano l'introduzione del ricamo ha avuto una parabola ben più spontanea, fatta di pratica e di insegnamenti orali, per nulla legata al commercio dei manufatti ma, semmai, al lavoro degli uomini: fu a partire dal rammendo delle reti che si arrivò fino al processo decorativo delle stesse. La vera particolarità della Scuola di San Feliciano è quindi anche nella povertà dei materiali stessi: si tratta dell'unico caso nel Trasimeno in cui non si usa del filo nobile, ma lo stesso filo che è strumento di lavoro per i pescatori.

A partire dalla fine degli anni '90 e, in successive fasi, varie donne di San Feliciano hanno raccolto i saperi a loro tramandati e hanno cominciato a condividere i propri lavori privati riunendosi in una scuola, partecipando a varie esposizioni e tenendo incontri regolari mirati ad ampliare e a diffondere la tradizione di ricamo del paese alle nuove generazioni.

Previsti, nel periodo estivo, incontri tematici specifici con le ricamatrici. La mostra, realizzata con il patrocinio del comune di Magione, è curata da Sistema Museo, ente gestore del Museo della Pesca, con la collaborazione di Antonella Catalano e di tutte le ricamatrici della Scuola di Filet a modano, Pro loco San Feliciano e Cooperativa pescatori del Trasimeno.


GIULIANO, PESCATORE DEL LAGO, RACCONTA IL FILET MODANO





SAGRA COLLESANTO-ANTRIA


Si terrà dal 7 al 16 luglio la 33esima edizione di una delle più antiche manifestazioni del territorio comunale
La sagra gastronomica di Collesanto-Antria cambia volto
Tanti gli eventi legati alla storia ed alla cultura del posto proposti in luoghi di grande fascino

MAGIONE 4 LUGLIO 2017 – Con l’edizione 2017, in programma dal 7 al 16 luglio, la sagra di Collesanto-Antria, Magione, giunta alla 33esima edizione ha deciso di cambiare volto. Nata con una connotazione tipicamente gastronomica, in particolare piatti a base di oca, uno degli alimenti più tipici della tradizione contadina, da questa edizione prenderà una nuova immagine per iniziativa del comitato organizzatore presieduto Giuseppe Bianchi. L’idea è quella di un percorso che, da qui ai prossimi anni, darà una nuova immagine al borgo medievale valorizzandone le prerogative storiche, culturali, paesaggistiche, legandole anche ai tradizionali piatti tipici.
La grande novità dell’edizione 2017 saranno soprattutto i nuovi spazi a disposizione del visitatore in cui, oltre ad ammirare le bellezze del luogo, si svolgeranno gli spettacoli di intrattenimento e la degustazione dei piatti tipici.

i luoghi

In piazza Niccolò Piccinino, ribattezzata Sotto le Antiche Mura da cui ammirare una veduta 

panoramica della pianura di magione, avranno luogo gli eventi di venerdì 7 luglio con il concerto dei LIGA+, di lunedì 10 luglio con il tour 2017 dei 7 Cervelli e, nelle altre sere, le migliori orchestre spettacolo di ballo in piattaforma.
Presso l’area della chiesa di S.Rocco e S.Antonio Abate, dove è presente la casa in cui è nato il letterato Marco Antonio Bonciari, ribattezzata per l’occasione “piazza del tiglio” per la presenza, al centro, di una pianta secolare e un pozzo del 1400, verranno proposti spettacoli di musica d’ascolto, musica d’autore, iniziative per bambini, e tradizionali mercatini.

I tavoli per la cena verranno allestiti nella piazza panoramica da cui si scorge una vista mozzafiato. 
antico forno
Qui verranno serviti i piatti tipici della tradizione contadina con l’insuperabile oca in porchetta cotta nel famoso forno del 1400 ed i sughi preparati con ricetta locale. Anche in questa piazza verranno proposti spettacoli di musica di vario genere con due eventi da ricordare: venerdì 14 luglio dj El nino de fuera e per la chiusura di domenica 16, in esclusiva per le sagre umbria, lo spettacolo teatro-canzone: In vino veritas jazz glazz.

Iniziative Vivi il paese
Da ricordare le due iniziative promosse dalla proloco Vivi il paese: sabato 15 alle ore 17,30 il laboratorio per bambini “Il filo di Marika”, e domenica 16 alle ore 18 “A passeggio per Antria a braccetto con la storia” una rivisitazione della storia del castello medievale con lo storico Giovanni Riganelli. Domenica 9 luglio, a partire dalle ore 10, presso il campo sportivo di Collesanto si svolgerà il Trofeo delle sagre, una manifestazione sportiva di pit bike, motocross, monomarca.


BREVE STORIA DI ANTRIA di Giovanni Riganelli
Ubicato sulla sommità di un colle a 373 metri sul livello del mare, il castello di Antria conserva quel fascino discreto dei tanti insediamenti medievali che sembrano quasi confondersi con la natura circostante in un tutt’uno con la stessa. Nel dicembre del 1185, quando l’insediamento compare per la prima volta nella documentazione scritta, in Antria deteneva proprietà la canonica perugina di S. Lorenzo. A quella data l’arciprete della cattedrale, magister Benetevolo, con il consenso dei canonici, confermava la cessione «per libellum emphiteosim a terza generazione maschile e femminile» ad Oderisio di Pietro di Ranuccio Blanci e al nipote Bonbarone, della metà di vari beni ubicati nella città e nel contado di Perugia; tra i luoghi in cui essi si trovavano, vi è anche Anteria. Compreso all’interno del territorio pertinente alla pieve di S. Maria di Mantignana, il nucleo abitato era ubicato sull’antico asse viario che da Perugia giungeva al Trasimeno e a Cortona connotandosi come nodo stradale di una certa importanza. In prossimità di Antria si distaccava infatti dalla Perugia-Trasimeno-Cortona una via alternativa che giungeva alla città toscana dopo aver interessato Caligiana, Pian di Marte (Lisciano Niccone-Passignano) e la Val di Pierle (Lisciano Niccone- Cortona), mentre un ramo di quest’ultima proseguiva alla volta dell’Umbria settentrionale dopo aver toccato la zona di Monte Murlo nel territorio dell’attuale comune di Umbertide. A fronte di simili presupposti ben si comprende lo sviluppo fatto registrare dal nucleo abitato nel corso del secolo XIII, quando, nel 1282, vi si censirono 60 fuochi per una popolazione ipotetica che si aggirava intorno alle 300 unità. Al contrario del trend demografico generale, che nel secolo XIV si connota nella grande maggioranza dei casi per la contrazione subita a causa delle carestie e delle epidemie susseguitesi nel corso del Trecento, la popolazione di questo insediamento si accrebbe raggiungendo nel 1410 le 641 unità. L’incremento demografico fatto registrare dalla comunità nel corso del secolo XIV, stabilizzatosi nella prima metà del successivo – nel 1456 si censirono in essa 122 fuochi, per un ipotetico numero di abitanti che andava oltre le 600 unità –, contribuì in maniera determinante alla costituzione di una pieve o parrocchia autonoma. Fu nel 1448, infatti, che il vescovo perugino Giovanni Andrea Baglioni autorizzò l’erezione del fonte battesimale nella chiesa di S. Rocco e S. Antonio Abate di questo insediamento poi, tra il 1584 e il 1587, trasferito nella chiesa di S. Michele Arcangelo di Collesanto. Il castello fu più volte coinvolto nelle vicende belliche che caratterizzarono gli ultimi secoli del medioevo, rimanendo gravemente danneggiato in occasione della venuta nel territorio perugino della compagnia di ventura inglese di Giovanni Acuto (John Hawkwood). Il pozzo che si trova all’interno del fortilizio, ultimato nel 1496, fu finanziato dal governo Perugia nel 1488 quando, per la sua realizzazione, vennero stanziati 30 fiorini. È il caso di ricordare, a conclusione di queste brevi note, come in Antria nacque il letterato Marco Antonio Bonciari, considerato uno dei maggiori epistolografi del periodo a cavallo tra XVI e XVII secolo, e, stando ad alcuni, anche fra Filippo Longo. Di natura essenzialmente agricola, l’economia di questa zona doveva comunque avere nelle attività silvopastorali momenti di integrazione del reddito dei suoi abitanti. Parallelamente, sempre nel medioevo, non appaiono marginali anche alcune attività artigiane tra cui spicca la fabbrica di laterizi. Non pochi, infatti, sono i residenti in Antria che, sul finire del Quattrocento, possedevano fornaci nella pianura sottostante. Anche la molitura dei cereali, delle olive e delle stesse piante tintorie, doveva in qualche modo connotarsi come un fattore economico di un certo rilievo negli ultimi secoli dell’età di mezzo. La presenza dei molini sul torrente Caina e su altri corsi d’acqua, variamente attestata dalla toponomastica, così come la proprietà di alcune di queste strutture o parte di esse, ne sono una chiara testimonianza. Circa l’origine del nome di luogo si ritiene di un certo interesse la proposta di ricondurre il nome dal termine latino antrum, da accogliere nell’accezione di tempio se non come sepolcro. Tale proposta non solo si avvale del racconto riportato in una visita pastorale del 1577 e relativo alla scoperta, sul finire del secolo precedente, di un «misterioso antro» nel quale erano addirittura penetrati i parroci della zona «per scoprirne i segreti», ma anche di notizie inerenti rinvenimenti archeologici avutisi nella zona.