Un progetto che vede coinvolto il Circolo didattico di Magione e le Fattorie didattiche del Trasimeno
MAGIONE – Riscoprire storia e proprietà nutritive dei legumi, comprese qualità di cui non si faceva più uso come il cece nero, far conoscere i sistemi di produzione degli stessi, valorizzare il lavoro delle fattorie didattiche, conoscere l’arte e il passato dei territori in cui vengono effettuate le coltivazioni.
Questo e tanto altro lo scopo del progetto “Trasimeno verso la consapevolezza alimentare sano stile di vita e turismo creativo rurale” che vede coinvolti in queste settimane le materne e sei classi seconde del Circolo didattico di Magione. Conoscenza che si fa gioco, attraverso laboratori che stimolano i bambini al riconoscimento dei diversi legumi, alla conoscenza di proprietà proteiche che li rendono degni sostituti della carne, all’esperienza diretta delle attività necessarie per la loro produzione, come la semina in campo effettuata direttamente dai bambini.
Il progetto coinvolge oltre alle Fattorie didattiche del Trasimeno gli otto comuni lacustri, scuole e associazioni con il fine di migliorare la sicurezza alimentare e preservare le risorse naturali, basi fondamentali per promuovere e guadagnare salute e benessere.
«Dal mondo rurale - spiegano i promotori - parte il messaggio che il ruolo fondamentale del cibo, dei sapori e dei prodotti del territorio sono valori culturali di enorme rilievo, legati soprattutto ad un insieme di aspetti riconducibili alle tecniche di coltivazione, all’artigianato tipico, alle tecniche architettoniche e costruttive, alle produzioni agroalimentari (tradizionali e non), alle forme di controllo e di gestione ambientale, alla cultura e alle tradizioni delle aree rurali. In parallelo con la piena tutela degli ambiti a vocazione naturalistica integrale, la salvaguardia dell’azienda agricola diventa un presupposto essenziale della tutela dell’ambiente e del paesaggio, in quanto, attraverso di essa, si preservano sia gli aspetti organizzativi che le risorse naturali ed ambientali».
Il progetto è finanziato dal Piano di sviluppo rurale della Regione Umbria in partenariato con le aziende agricole del territorio misura 16.4.2.
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