Autorità civili militari e religiose hanno ricordato i fatti che portarono alla liberazione di 30 ebrei da Isola Maggiore tra il 19 e il 20 giugno 1944
Deposta una corona di alloro sull’antico molo di Sant’Arcangelo dove avvenne lo sbarco dei prigionieri “Abbiamo il dovere di ricordare chi, mettendo a repentaglio la propria vita, ha permesso che venissero salvate le vite degli ebrei tenuti prigionieri ad Isola Maggiore. La coraggiosa azione di salvataggio compiuta dall’allora parroco di Isola, don Ottavio Posta, Giusto tra le Nazioni, con l’aiuto di alcuni pescatori e con il contributo di Giuseppe Baratta, insignito della medaglia d’argento, all'epoca dei fatti poliziotto della Questura di Perugia, resta un importante esempio di coraggio e altruismo” afferma il sindaco Giacomo Chiodini a commento della cerimonia in ricordo dei fatti avvenuti nella notte tra il 19 e il 20 giugno 1944 quando trenta ebrei confinati a Isola dai tedeschi vennero portati nella zona già liberata dagli alleati sbarcando all’antico molo di Sant’Arcangelo dove, in segno di omaggio, è stata deposta una corona di alloro alla presenza di autorità militari, civili e religiose.
A rievocare quanto accaduto lo storico locale Gianfranco Cialini a cui si deve la scoperta del ruolo svolto dai protagonisti nella vicenda.
Sull’importanza del ricordo anche gli interventi delle autorità intervenute. Il Questore di Perugia, Giuseppe Bellassai, ha rimarcato il valore del gesto fatto dall’agente di polizia Giuseppe Baratta, degno di riconoscimento “per aver fatto la cosa giusta in un momento storico in cui fare queste scelte non era semplice come ora.”
“Tenere viva la memoria di alcune azioni eroiche è importante perché quelle azioni restino come monito per le generazioni future. Le vite di un prete, di alcuni pescatori e di un poliziotto, così diverse fra loro, si sono incrociate in un momento drammatico e folle per la nostra storia con quelle di trenta persone destinate alla deportazione, e questo incrocio ha portato a uno dei massimi esempi di altruismo. Un atto straordinariamente eroico che resta bene impresso in questa comunità” ha dichiarato il sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno Emanuele Prisco.
Tra gli altri intervenuti il vicario del Prefetto di Perugia, Nicola De Stefano, il presidente associazione Polizia di Stato di Perugia, Floriano Fiorucci, l'assessore Pietro Renzoni per il Comune di Tuoro; il presidente delle proloco di Sant’Arcangelo, Riccardo Torresi, il parroco don Leonardo Romizi, il Capitano dei carabinieri, comando di Città della pieve, Luca Battistella, i parenti di alcuni dei protagonisti tra cui il nipote del poliziotto Giuseppe Baratta, Federico; la figlia del pescatore Agostino Piazzesi che conduceva una delle barche, Maria Luisa Piazzesi; la nipote di don OttavioPosta e Maria Luciana Buseghin, presidente dell'Associazione Italia-Israele di Perugia, una rappresentanza dei pescatori di Isola Maggiore.
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