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Una vita fatta di tanto lavoro e sacrificio ma, anche, uomo soddisfatto di sé stesso per quello che è riuscito a realizzare.
“La mia adolescenza – ricorda – è stata un passare da un lavoro a un altro. Ho iniziato lavorando per Ferruccio Pietropaoli e poi per l’azienda Rondini. Dopo di loro me ne andai a Perugia per imparare quel mestiere che avrei fatto per tutta la mia vita lavorativa: l’elettromeccanico.”.
All’inizio degli Anni Cinquanta Dino, come tutti i giovani ventenni di allora, parte per il militare. Prima a Spoleto, dove frequenta la scuola ufficiali, e poi in Veneto da cui torna non solo con l’idea di aprire una sua attività ma anche con l’amore: la signora Elvira che è ancora sua compagna di vita.
“Tornato dal militare, nel 1954 – prosegue – decisi che era il momento di aprire una mia officina. Presi in affitto un locale in via XX Settembre, dove oggi si trova il Bistrot. C’era una piccola porta che io allargai. Lì aggiustavo e vendevo motocicli. Poi mi spostai in piazza Matteotti, dove il nome della pizzeria ricorda ancora l’attività che vi si svolgeva; poi in via Inghilterra dove abitavamo e, infine, il grande passo, l’attuale sede.”
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Una vita, quella di Dino Valeri, in cui non sono mancati i momenti difficili come l’incidente che rischiò di fermare quella spinta a veder crescere la propria attività.
“Era il 1961 – racconta – e io avevo bisogno di un camioncino per andare a prendere delle vespe che dovevo vendere a Perugia. Feci un cambio con un mio conoscente. Detti a lui la mia macchina che gli serviva per andare a Bologna e lui mi prestò il mezzo di cui avevo bisogno ma senza assicurazione perché allora non era obbligatoria. Al ritorno nevicava. All’altezza di Ferro di cavallo l’operaio che lo guidava prese in pieno un pullman che lì aveva la fermata. Dovetti firmare cambiali per oltre un milione di lire per poter pagare tutti i danni. Fu un periodo veramente difficile ma allora il lavoro ce n’era molto e io certo non mi tiravo indietro. Poi, ho avuto la fortuna di avere due figli che mi hanno seguito nell’attività. Fin da piccoli giravano tra gli scaffali e i mezzi in riparazione e, oggi, la gioia più grande è vederli insieme in questa azienda.”
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